Nuove regole per il mercato immobiliare: secondo la cosiddetta direttiva “Case Green”, approvata il 14 marzo dalla comunità europea, i nuovi edifici pubblici dovranno essere a zero emissioni entro il 2026, mentre è prevista una proroga, per quelli residenziali, al 2028. Tempi più lunghi saranno invece concessi alle abitazioni di classe energetica E, per arrivare all’obiettivo emissioni zero. Ci si rivede infatti tra sette anni, nel 2030, mentre tra dieci anni, sarà il 2033, dovranno adeguarsi gli edifici di classe energetica D.
Una corsa contro il tempo, per arrivare, entro il 2050, ad avere solo immobili che riescano a produrre quanto meno l’energia che consumano. Intanto, l’elettrificazione spinge anche la scelta di rendere obbligatoria entro il 2032 l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici per qualsiasi grande ristrutturazione. Un aiuto sarebbe dovuto arrivare in questo senso dal superbonus 110%, che si è rivelato, però, un piano fallace in più di un caso.
Il piano della comunità europea è però molto ben articolato. La prima scadenza riguarderà le caldaie a gas, poiché già dal 2025 sarà posto il divieto di vendita, indipendentemente dal fatto che siano ibride o a condensazione, per concentrarsi invece sulle pompe di calore. Un punto di partenza verso il 2040, quando è previsto l’addio definitivo alle caldaie a gas, problematico per chi non abbia cantine, balconi o garage, quindi uno spazio da dedicare alla pompa di calore. Il consiglio, quindi, è cominciare quanto prima a interessarsi ai lavori, finché è ancora possibile approfittare di qualche bonus edilizio.
Tutto questo, però, comporta una serie di opere e migliorie implicite, perché riscaldamento elettrico e impianti solari non sono sufficienti, soprattutto per gli edifici più antiquati, per arrivare alle tanto bramate emissioni zero. Gli interventi dovranno quindi necessariamente passare per l’installazione di infissi e di un cappotto termico, esterno o interno, laddove sia impossibile o addirittura vietato, come nel caso di facciate di edifici e residenze storiche, soggetti a vincoli architettonici. Con il rischio, tuttavia, che il cappotto interno porti via prezioso spazio, riducendo la dimensione delle stanze, che potrebbero anche perdere le misure minime per l’abitabilità.
I consigli per chi cerca casa
La soluzione per chi cerca casa dipende dal luogo in cui si intende risiedere. In alcune città, gli edifici “moderni” e quindi di classe energetica superiore alla E sono davvero pochi, quindi risparmiare al momento dell’acquisto con una casa già di proprietà di un privato potrebbe tradursi nel dover poi spendere più soldi in un secondo momento (piuttosto prossimo) per risistemarla, senza che questi fossero stati messi a preventivo. Meglio quindi spendere da subito un po’ di più, per cercare soluzioni che siano già ad alta efficienza energetica, o cercare case e appartamenti facilmente adattabili. Altrimenti, fate molta attenzione alle caratteristiche degli immobili che volete acquistare. Ottime quindi le stanze ampie degli appartamenti risalenti agli anni ’60 e ’70, dove, se non fosse possibile mettere il cappotto esterno, si può sempre optare per la coibentazione interna senza sacrificare spazio altrimenti vivibile. Ottimi anche, in questi appartamenti, i soffitti alti, che possono ospitare un riscaldamento radiante a soffitto o pavimento, che ad oggi consumano tendenzialmente meno energia. Anche la presenza di cantine, garage o soffitte è importante per essere sicuri di avere gli spazi necessari a ospitare gli impianti che in futuro diventeranno obbligatori, come i sistemi di accumulo per i pannelli e gli impianti fotovoltaici, oltre che i sistemi di condensazione delle caldaie.
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